CORTINA E LA MODERNITÀ A CINQUE CERCHI

Il taglio dei larici, nuova disciplina olimpica

450 piante centenarie al macero per una pista da bob che già c’è

Non è bastata la tempesta Vaja che ha distrutto centinaia di migliaia di alberi nelle nostre valli. Non è bastato il bostrico, che con inaudita virulenza sta uccidendo i larici delle nostre montagne. Adesso ci si mette anche il comitato olimpico di Cortina che ha deciso di tagliare 450 larici centenari per far posto a una nuova pista da bob. La cosa strana, ma fino a un certo punto conoscendo i tipi, è che una pista da bob esiste già. Sì, è un po’ logora, ma se non si fosse perso tanto tempo a quest’ora sarebbe già bell’e pronta. Sarebbero bastati un po’ di ritocchi, ma i ritocchi si sa non saziano la voglia di speculare. E poi, tutti ne sono a conoscenza, c’è la pista di Innsbruck che è agibile, bella, perfetta per le gare in questione. Ed è a un tiro di schioppo. Invece no. Invece è preferibile tagliare gli alberi, spandere cemento, distruggere il bello che è intorno a noi per far spazio a una insensata, malsana, feroce e devastante voglia di speculare per ricavare profitti sempre e solo a spese della natura. Visione miope nonché ottusa, ma tant’è: da quanto tempo diciamo e ripetiamo le stesse cose purtroppo inutilmente? E già lo so cosa dicono lor signori dei cinque anelli: piantumeremo qui, daremo un bel colpetto di verde di là, non rompete troppo le scatole che noi agiamo solo e in virtù dei principi della sostenibilità. Ecco, di questa parola non ne posso più. Non perché non sia bella e edificante, ma perché l’abuso che se ne fa la priva ormai del significato originario. Il taglio dei larici è qualcosa che va contro lo spirito dei tempi attuali: le montagne stanno dicendo basta, abbiate pietà. Centinaia di persone che qui vivono si sono rese conto che così non si può andare avanti e il mio non è un lamento passatista. Tutt’altro. È solo guardando alle montagne con occhi nuovi che possiamo immaginare un futuro possibile. Il taglio dei larici è roba vecchia, come è vecchia questa politica così miope. Il Veneto ha il record mondiale dei capannoni dismessi, e il poeta Zanzotto già decenni fa parlava di ‘progresso scorsoio’. È possibile che non impariamo mai la lezione? Siamo davvero dei cittadini ignoranti, con le orecchie da somaro al posto dei berretti di lana, destinati a essere bocciati di fronte alle lezioni che Madre Natura ci impartisce da sempre, a volte con ostinata violenza. Un’ultima cosa: quanti sono gli atleti che in Italia praticano il bob? Sicuramente meno di quattrocentocinquanta. Qualche tempo fa, invitato a Cortina davanti a una platea di studenti espressi talune mie perplessità riguardo alle Olimpiadi Cortina-Ladinia. No, pardon, Cortina-Milano. Al che una ragazza si alza, e mi dice: “con la pista da Bob anche noi potremmo finalmente nuovamente andare col bob. Come faceva mio nonno”. Certo, anche questo è un desiderio più che legittimo. Viva il bob. Poveri larici, poveri noi.